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Abitanti: Castrisani

Lo stemma civico di Castrì di Lecce è caratterizzato da uno sfondo grigio sul quale è raffigurato un tralcio di Portale del Palazzo Ducalevite, con un bel grappolo d’uva, attorcigliato ad un albero d’ulivo, e da una stella a sei punte. La presenza dell’uomo sul territorio sin dall’età del bronzo, è testimoniata dalla scoperta di antichissimi monumenti megalitici. Inizialmente i menhir erano tre, ma solo uno è arrivato fino ai nostri giorni. Si tratta del Menhir della Luce, alto 2,76 mt, ubicato accanto all’omonima cappella. Gli altri due, invece, che sono andati irrimediabilmente distrutti, erano denominato Aja e Croce, ed erano alti, rispettivamente, 2,25 mt e 2,80 mt. Non essendoci documenti storici riguardanti il primo centro abitato, sono state avanzate delle ipotesi, secondo le quali Castrì deriverebbe da un’antica fortezza romana denominata "Castrum". L’età feudale ebbe inizio con l’arrivo dei normanni, allorquando Re Tancredi D’Altavilla, nel 1190, affidò il feudo alla Mensa Vescovile di Lecce, che lo detenne fino al 1262. In seguito il centro fu frazionato in due parti. Una parte fu acquistata da Oliviero De Lettere, la cui figlia sposò un esponenteParticolare di Palazzo del centro storico della famiglia Francone, portandogli in dote il feudo. Fu così che il centro si chiamò Castrì Francone, e passò, nel XVIII secolo ai Mattei ed al barone di Sternatia, Giovanni Cicala. La restante parte, invece, fu assegnata ai Condò e, successivamente, ai Guarino. Si chiamò Castrì Guarino e, nel 1617, fu venduta a Bernardino Cicala. Nel 1480 la furia dei Turchi si abbatté anche sul Casale di Roca, provocando morte e distruzione, ed i superstiti si rifugiarono presso Castrì Francone, incrementandone la popolazione. Agli inizi del XVIII secolo, Domenico Andriani acquistò entrambi i feudi. Andrea Vernazza fu l’ultimo signore, e governò fino al 1806, anno in cui fu soppressa la feudalità. Solo nel 1891, fu assegnato al paese l’attuale toponimo. Tra i personaggi importanti nativi di Castrì di Lecce, un particolare cenno va riservato ad Adriano Barbano e ad Antonio Verri. Quest’ultimo nacque nel 1923. Divenne un apprezzato filosofo e, dopo aver insegnato per molti anni in diversi istituti superiori, lavorò anche presso l’Università di Lecce. Fu assessore nell’amministrazione del 1946 e scrisse svariate opere. Morì a Lecce nel 1998. Adriano Barbano nacque nel 1926 e fu un apprezzato regista. Fu autore di cortometraggi di successo e vinse il primo premio al Festival Internazionale del Cinema, a Pesaro nel 1963. Nel 1970 fondò "Tv Lecce" e nel 1973 "TeleLecce", che furono tra le prime tv salentine. Morì a Lecce nel 1985.

 

 

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