|
Lo stemma di Copertino è
caratterizzato, al centro, da un albero di pino, e ai lati da due lettere: la
“C” e la “P”
che
stanno ad indicare le parole “Conventium Popolorum” dalle quali deriva il nome
del paese. Per quanto riguarda le sue origini si pensa che risalgano al 942,
periodo in cui i Saraceni distrussero i Casali di Cigliano, Santa Barbara,
Mollone e Pozzovivo; proprio sulle rovine di questi ultimi nacque Copertino. Ai
Normanni che lo dominarono e che intorno al 1088 realizzarono un tempio di rito
latino, succedettero gli Svevi che continuarono a costruire templi fino
all’avvento degli Angioini capeggiati da Gualtieri di Brienne, conte di Lecce e
duca d’Atene. Quest’ultimo fece costruire nel 1266 un’imponente torre. Eredi dei
Brienne furono i D’Enghien, e quando gli Aragonesi sconfissero definitivamente
gli Angioini, consegnarono Copertino ai Castriota che ne mantennero il possesso
fino al 1547. Dopo di che il paese tornò nelle mani della corona, e i soldati
spagnoli lo ridussero in miseria trasferendo tutti gli oggetti di valore e le
armi sulle navi spagnole. Nel 1557 Copertino fu venduto ad Umberto Squarciafico
e, dopo il matrimonio di Livia Squarciafico (figlia di Umberto) con Galeazzo
Pinelli, passò alla famiglia Pinelli che vi regnò circa due secoli. Seguirono
poi i Pignatelli grazie al matrimonio tra
l’ultima erede dei Pinelli ed il principe Antonio Pignatelli. Gli ultimi
feudatari furono i Belmonte che regnarono dopo il matrimonio tra Francesca
Paolina Pignatelli e Angelo Granito. Tra i personaggi importanti nativi di
Copertino abbiamo: Adriano Preite (famoso architetto), Evangelista Menga
(ingegnere di Re Carlo V), Antonio Briganti (rinomato medico alla corte di
Ferdinando IV di Borbone), Dioniso da Copertino, Giovanni Bernardino Desa,
Aleardo Trifone Nutricati e Giuseppe Desa, meglio noto come San Giuseppe da
Copertino, che, miracolato da piccolo, entrò nell’ordine dei Frati Minori
Conventuali, conducendo una vita molto dura, nel pieno rispetto delle regole
dell’ordine. Miracolò molte persone e morì nel 1663 all’età di sessanta anni; fu
dichiarato santo nel 1767 dal Papa Clemente XIII).
|