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Il Palazzo Baronale è una struttura
fortificata priva di elementi decorativi, risalente al XVII secolo. La
Chiesa
Madre dedicata a Santa Maria del Popolo fu costruita, alla fine del XVI secolo,
su una preesistente costruzione gotica del quattrocento, in uno stile che
rispecchia il passaggio dall’età rinascimentale all’età barocca. L’interno
conserva ancora elementi dell’originaria struttura, mentre la facciata si
presenta con la torre dell’orologio del 1586, e con un elegante portale sul
quale spicca la statua della Madonna. La Chiesa di San Vito, la Chiesa di Maria
Santissima e la Chiesa di Santa Maria di Loreto risalgono al XVII secolo, mentre
la Chiesa di San Pantaleo è del XVIII secolo. Molto più recenti sono la Cappella
di Santa Lucia e la Chiesa di Santa Lucia, edificate rispettivamente nel 1970 e
nel 2000. All’esterno del centro abitato, poi, vi è la Cappella della Madonna
della Pietà, ubicata sulla via che da Surbo conduce a Giorgilorio. Versa in
pessima condizioni e, nei dintorni, è presente un caratteristico frantoio
ipogeo. La struttura religiosa più antica del paese è, sicuramente, la Chiesa di
Santa Maria di Daurio, costruita nell’XI secolo in stile romanico. Come molti
paesi salentini, poi, anche Surbo vanta, nelle proprie campagne, la presenza di
antiche masserie fortificate come: Masseria Sant’Angelo, Masseria Melcarne,
Masseria Schiavelle, ecc. La protettrice del paese è la Madonna di Loreto, che
si festeggia ogni anno nel martedì che segue la domenica di Pasqua.
Gli abitanti di Surbo hanno due soprannomi:
"cazza malote" (ammazza scarafaggi) e "carcaruli".
Quest’ultimo termine deriva da "carcara" che sarebbe la fornace in cui la pietra
calcarea veniva trasformata in calce. Infatti, a Surbo vi erano molte cave di
pietra leccese e di calcare, nelle quali i surbini lavoravano assiduamente.
Purtroppo, però, queste attività causarono il bombardamento da parte degli
inglesi nel 1940, durante la Seconda Guerra Mondiale. Essi credevano, così, di
distruggere delle acciaierie che producevano armi, e a causa di questo equivoco
persero la vita sei persone. L’altra nomèa, invece, deriva dal fatto che
l’umidità nelle abitazioni favoriva l’insediamento degli odiosi scarafaggi, che
i surbini cercavano in tutti i modi di allontanare.
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