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Lo stemma civico di Campi Salentina è
caratterizzato da uno sfondo azzurro sul quale è raffigurato un
covone.
Il ritrovamento di due monumenti megalitici, attesta la presenza dell’uomo sul
territorio, sin dall’età del bronzo. Trattasi di due menhir denominati Sperti e
Candido che, anticamente, furono eretti per adorare gli dei. Non vi sono
documenti storici sulla nascita del primo villaggio, così l’ipotesi più
attendibile è quella secondo cui, il centro sarebbe nato grazie all’arrivo dei
superstiti che scamparono alla distruzione dei casali di Afra, Ainoli,
Firmigliano e Bagnara. Non si conosce con precisione, però, il periodo esatto in
cui è avvenuto l’annientamento di tali centri. C’è chi sostiene che fu opera dei
saraceni, nel IX secolo. Secondo un’altra tesi, invece, furono i goti, nel VI
secolo, a seminare morte e devastazione. In ogni caso, la povera gente fu
attirata sul territorio dall’ottimo clima e dalla fertilità del terreno. Infatti
il toponimo starebbe proprio ad indicare la ricchezza dei prodotti agricoli
derivanti dalle campagne, e anche l’immagine dello stemma civico si rifà al
medesimo concetto. L’età feudale ebbe inizio con l’arrivo dei normanni, allorché
Re Tancredi D’Altavilla concesse il feudo al Vescovo di Lecce.
In quel periodo, Campi Salentina, fu sede della diocesi. Nel XIII secolo
appartenne all’imperatore Federico II di Svevia, che lo scelse come luogo di
villeggiatura estiva. Dal XV al XVI secolo fu di proprietà dei Maremonti.
Intorno agli inizi del XVI secolo, il centro fu acquistato dalla famiglia
Paladini e, nel XVII secolo, l’ultima erede sposò Giovanni Erriquez, portandogli
il feudo in dote. L’ultima discendente degli Erriquez, sposò Giovanni Filomarino,
ultimo feudatario, poiché nel XVIII secolo, Campi Salentina divenne un comune,
governato direttamente dai borboni. Grazie ala fiorente attività agricola del
centro, Ferdinando IV di Borbone, decise che nel centro venisse stabilito il
prezzo del vino e dei cereali, durante la grande fiera che si teneva ogni anno.
Molto numerosi sono i personaggi importanti nativi del paese. Antonio Cazzato
visse tra il XVII e il XVIII secolo, e fu un apprezzato poeta latino.
Pietrantonio Bari nacque nel
1776
e fu un buon sacerdote, matematico e filosofo. Insegnò presso molti istituti, e
morì nel 1834. Ferrante Palazzo visse nel XVI secolo, e fu un sacerdote molto
esperto in diritto canonico. Domenico Licci nacque nel 1768, e divenne un
soldato dell’esercito di Napoleone I. Fu anche un buon medico e divenne esperto
nel curare i malati di colera. Per ironia della sorte, però, morì proprio di
questa malattia. Antonio Travisi visse nel XVI secolo e divenne un famosissimo
ingegnere. Realizzò varie opere nella capitale, tra cui la sistemazione del
fiume Tevere. Dopo essersi arricchito si ritirò a Napoli, dove fece costruire un
bellissimo palazzo, in cui trascorse il resto dei suoi giorni. Errico Erriquez
nacque nel 1701, e discese dalla nobile famiglia dei feudatari. Divenne
cardinale e morì nel 1756. Luca Piccoli visse nel XVIII secolo e, dopo essersi
laureato a Padova, divenne uno stimatissimo e ricercato medico.
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